AGUSTINA BOTTONI e il design interiore.

“una caraffa d’acqua è, a mio parere, l’oggetto più essenziale che si può trovare su qualsiasi tavolo”

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Agustina Bottoni dice di sé, con la semplicità che la contraddistingue, I’m a designer, intendendo che quella è la sua professione, ma anche il suo essere.

E’nata a Buenos Aires, dove ha studiato e lavorato come fashion designer, una preziosa esperienza nello sviluppo del prodotto e nella produzione che l’ha portata ad appassionarsi al Design in tutte le sue forme e, da autentica creativa, ha dimostrato quella curiosità che porta al coraggio, lasciando tutto per venire in Italia, a Milano, a studiare e prendere un Master di Design alla NABA.

E’ anche giovane, classe 1984, e la sua produzione mi ha conquistata perché esprime una bellezza vicina umana, interiore oltre che esteriore, semplice e delicata. E intervistandola ho avuto la certezza che è una designer capace di imprimere ai suoi oggetti un’anima, di donare qualcosa di sé stessa. Ecco le sue risposte.

 

 – Per realizzare i tuoi oggetti hai avuto collaborazioni con artigiani italiani?

Sì, molti dei miei prodotti hanno richiesto le competenze degli artigiani italiani, anche se mi piace molto sporcarmi le mani. Per esempio, ho lavoro con ceramisti, vetrai e artigiani del legno, succede soprattutto quando realizzo i primi prototipi. In Italia ho trovato una vastissima tradizione artigianale che trovo molto vantaggiosa per i designer e, aspetto ancora più importante, ho avuto ottime esperienze lavorando con persone che mi hanno saputo consigliarmi e allo stesso tempo realizzare il mio lavoro con molta cura.

– L’artigianato in Italia ha una forte tradizione, ma resta ancorato a schemi molto tradizionali. Come vedi una collaborazione sempre maggiore tra designer e artigiani?

Il progettista fornisce nuove idee, mentre l’artigiano fornisce il saper fare. Lavorando a stretto contatto con un artigiano e dandogli ascolto si porta un prodotto a un livello molto elevato sia per quanto riguarda la materia che per i processi coinvolti. Spero che questa tendenza di collaborazione tra designer e artigiani si consolidi, esiste un piacere particolare nel fare uso di un oggetto realizzato con abilità e pazienza, che porta una tradizione e allo stesso tempo crea qualcosa di contemporaneo. Credo che questo sia rilevante in un mondo globalizzato e sempre più tecnico, dove ci stiamo abituando allo straordinario, a volte dimenticando la gioia dell’ordinario.

 – Storia di MATE

MATE CRAFT nasce dall’idea di portare l’artigianato tradizionale del Sud America ad un prodotto di design contemporaneo. Il Mate è un infuso che di solito si condivide, è contenuto in una zucca essiccata con una cannuccia in metallo usata come un filtro. Sono iconici le tazze per Mate rivestite in cuoio naturale. La storia del Mate risale fin dai tempi precolombiani e oggi è molto popolare in paesi come il mio, l’Argentina, la mia idea, però, era di allontanarmi da questo uso specifico ed espanderlo a un uso più universale.

Così ho preso le forme della zucca per formare un contenitore in ceramica, poi ho modellato la pelle conciata – in modo vegetale – intorno al pezzo di ceramica sia per dare stabilità che per fornire isolamento termico e formare le maniglie. Questo processo è completamente manuale e richiede pazienza. Il primo pezzo che ho realizzato è stato una caraffa d’acqua, che, a mio parere, è l’oggetto più essenziale che si può trovare su qualsiasi tavolo. In una seconda fase ho aggiunto più pezzi alla collezione: un vaso, una teiera con tazze e una ciotola

– Storia del servizio da tè GLOW

L’idea iniziale di questo progetto è stata quella di lavorare con un effetto di luce senza l’utilizzo di energia elettrica. Così ho iniziato a sperimentare vari modi di giocare con la luce di una candela. Prima ho usato una serie di specchi e lenti che mi hanno portato a considerare l’uso di una sfera di vetro riempita di acqua per magnificare la luce. Ho scoperto delle belle lampade del 18° secolo che utilizzavano questo principio. Volevo però trovare uno scenario adeguato per il godimento di questo bellissimo fenomeno luminoso. E così mi è venuta l’idea di un set da tè, dove la candela illumina e riscalda l’acqua. La cerimonia del tè ha un ritmo lento, in grado di fornire una delicata esperienza quotidiana, e con Glow volevo favorire un momento di contemplazione, aiutato dall’effetto luce tenue.

– La teiera Glow mi ricorda molto le ampolle delle nature morte fiamminghe. C’è un’intuizione, una visione che ti spinge a progettare i tuoi oggetti e come le vivi?

È curioso, vedo qualche rapporto. Il modo in cui tutti i pezzi del set si relazionano tra loro crea una composizione di oggetti di materiali diversi sul tavolo. Glow ha il privilegio di poter stare al centro del tavolo, è sferico e ruota sul suo supporto, quindi non è necessario alzarsi per versare il tè. Inoltre la bellezza della luce soffusa che produce la teiera è molto sottile, può essere apprezzato meglio con la luce naturale. La candela produce un ambiente tranquillo, ci trasporta un po’ a una sensazione dei vecchi tempi.

– Esiste un ideale design?

Non credo che ci sia un ideale assoluto per il design, perché è piuttosto soggettivo e dipende dal contesto. Ci sono molti modi diversi di fare un buon design. In un momento in cui tutto ciò che usiamo è stato progettato, credo che il design dovrebbe cercare di essere onesto, e, soprattutto, di essere un buon compagno, dal momento che ha un enorme impatto sul nostro modo di vivere.

– Cosa faresti e cosa non rifaresti?

Sono appassionata di tecniche e materiali, così cerco sempre di imparare qualcosa di nuovo con i miei progetti. Io sono sempre aperta ai nuovi progetti, però, quello che non vorrei fare è cercare di lavorare a un certo tipo di progetto semplicemente perché questo stile funziona per altri designer. E’ sempre un bene ampliare la propria visione, ma ogni progettista dovrebbe essere consapevole dei propri talenti, limitazioni e convinzioni.

– Definizione personale di design.

Il design è una grande parte della nostra esperienza quotidiana. Il design è ciò che dà forma all’ambiente, è una realtà essenzialmente umana, è un modo per creare la cultura.

-Sono state avviate delle produzioni o ti autoproduci?

Finora, la maggior parte dei miei prodotti sono stati autoprodotti. In questo momento sto anche lavorando con aziende per progettarne la produzione.

– Progetti futuri

In questo momento sto lavorando soprattutto su pezzi di arredamento, il che è molto interessante in quanto ero più abituata a fare oggettistica. È una sfida lavorare su scala diversa. Spero che il futuro mi porti nuovi progetti interessanti, per esempio,mi piacerebbe fare un progetto legato al mondo del tessile, un modo per mettere insieme design dei prodotti con la conoscenza che ho acquisito nel mio lavoro precedente, come fashion designer. Spero di continuare a trovare sfide e progetti che mi rendano felice.

http://agustinabottoni.com/

www.trendtablet.com/21826-agustinabottoni/

Mate Craft – Agustina Bottoni • 2013

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