ROBERTO SIRONI – Storia di equilibrio tra la calma bellezza e il fuoco

Se c’è un designer che rappresenta alla perfezione l’idea di bellezza calma e interiore che insegue questo blog  è ROBERTO SIRONI.

 

Roberto Sironi è giovane – classe 1983 – lavora come ricercatore presso il Politecnico di Milano, dove si è anche laureato.

I suoi oggetti sono belli da togliere il fiato, di una bellezza tutta per sottrazione, che impone silenzio, sono ricchi di suggestioni scaturite dall’uso di antichissime tecniche artigianali, anche di migliaia di anni, affermatesi nel territorio artigianale italiano, ma sono privi di manierismi nostalgici e hanno un elemento in comune: il FUOCO.

Ogni oggetto da lui disegnato, è poi realizzato con la collaborazione di un artigiano che adopera il fuoco. Ritengo sia questo l’elemento utilizzato per la loro realizzazione, a contribuire a renderli così ricchi di calde emozioni.

Quella che prediligo è la collezione dei BUCCHERI, una serie di vasi lucidi neri, dalle forme pure ed eleganti, sottilmente maschili e femminili insieme. Fin qui potrebbe non esserci nulla di così speciale, ma la millenaria tecnica etrusca utilizzata li rende lisci e setosi al tatto e porosi all’imboccatura, neri ma arricchiti da riflessi argentati fino a sfumature grigio antracite. Ogni vaso è un pezzo unico, quindi con una matrice artigianale e, contrariamente ai buccheri antichi, ha uno spessore molto sottile.

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Domando a Roberto Sironi perché la scelta è ricaduta proprio sui BUCCHERI.

R.S. – I BUCCHERI s’ispirano alle ceramiche degli Etruschi, un popolo che amo in particolar modo per la loro produzione di ceramiche. Sono stati i loro vasi eseguiti con una lavorazione così complessa ad affascinarmi e a far scattare la scintilla per disegnare questi pezzi. Per esempio il nero dei buccheri è così ricco di sfumature perché il vaso è cotto a 900 C°in un contenitore chiuso dove avviene una reazione chimica tra ossigeno e carbone.

Un altro elemento che mi ha affascinato è che il Bucchero si realizza ancora oggi, ma solo in quelle che erano, una volta, terre etrusche come in certe aree dell’Umbria, Toscana e Lazio, terre, quindi, dove si respira ancora oggi il senso di appartenenza alla storia del luogo e al territorio. –

 

 

Il fuoco resta il filo conduttore dei suoi oggetti e lo ritroviamo nei contenitori CASCINA, anch’essi ispirati dall’incontro con un artigiano ceramista che produce ancora la pavimentazione per le chiese romaniche e per le antiche cascine in Cotto Lombardo, un tipo di lavorazione di cotto dall’effetto marmorizzato ottenuto dall’unione di due argille diverse.  Era il marmo dei poveri. E così anche in questa collezione troviamo  elementi maschili e femminili che si sposano e dalla cui unione nascono oggetti  di una bellezza contemplativa, utili e versatili, lisci e porosi al tatto.

 

 

Il fuoco, infine, assume maggiore importanza nei sigilli Madre Pane, nati dopo un viaggio a Matera, con l’intento di raccontare qualcosa che non deve essere dimenticato, spunto di riflessione per il presente e il futuro, il pane. L’alimento, tra i più antichi e pregni di significato, era portato ai forni pubblici a cuocere, perché nelle case più povere non esisteva il forno. Ogni famiglia aveva il suo segno di riconoscimento che veniva apposto dal fornaio, dopo la prima cottura al pane per distinguerlo dagli altri. Erano famiglie povere, ma ognuna aveva il suo timbro, una sorta di araldica popolare.

 

 

E’ un segnale interessante e bello che proprio MADRE PANE sia stato premiato con la menzione d’onore alla prima edizione di DESIGN FOR FOOD AND NUTRITION di ADI Compasso d’Oro International Award 2015.

Roberto Sironi trae spesso ispirazione dalle lavorazioni artigiane, a questo proposito gli domando come immagina un futuro sempre più ricco di collaborazioni tra designer e artigiani italiani.

R.S. – Immagino una rete sempre più fitta di collaborazioni tra queste due figure professionali che hanno sempre più bisogno l’una dell’altra.. Da una parte gli artigiani necessitano di rivedere in chiave più contemporanea le loro produzioni, dall’altra i designer vogliono potersi esprimere liberamente senza passare per forza dalle dinamiche del mondo industriale. Ci sono tanti modi di fare design, non solo l’industriale. Personalmente, gli oggetti che apprezzo di più sono quelli che innescano nelle persone curiosità e approfondimento personale. Per me la cosa più importante resta sempre raccontare una storia e stimolare alla riflessione e alle emozioni le persone. –

Infine gli faccio i complimenti perché i suoi BUCCHERI sono stati notati dalla Trend Forecaster più importante al mondo, LIDEVIJ EDELKOORT!

I Buccheri sono in vendita a Parigi, presso la Galleria S.Bensimon, 111 Rue de Turenne  http://www.gallerybensimon.com/fr

 

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